Sentenza già scritta, la condanna dell'AIGA sul caso di Firenze
L’Associazione italiana giovani avvocati interviene con un comunicato stampa sul caso di “sentenza già scritta” accaduto al Tribunale di Firenze, dove un avvocato ha rinvenuto nel fascicolo del Giudice il dispositivo di sentenza già scritto prima ancora dello svolgimento della discussione finale del processo penale.
Interviene anche l’AIGA nazionale sul caso di “sentenza già scritta” segnalato in questi giorni da un avvocato fiorentino.
Il legale, prima della discussione finale del processo penale, aveva preso visione in aula del fascicolo del giudice, e con stupore aveva trovato il dispositivo, già scritto, di condanna del proprio assistito.
La data del dispositivo era quella dell’udienza precedente, sebbene si trattasse di una bozza informale non ancora sottoscritta dai giudici.
Da qui la richiesta dell’avvocato di ricusare il Collegio.
La notizia ha provocato forti reazioni da parte delle associazioni degli avvocati del territorio, e il COA fiorentino è intervenuto sulla vicenda per avere spiegazioni dell’accaduto dal Presidente del Tribunale.
Anche l’Associazione nazionale dei giovani avvocati prende posizione sulla vicenda con un comunicato stampa del 29 febbraio, per esprimere ferma condanna di un fatto definito “di gravissima portata”. “È per vicende come questa” si legge nel comunicato “che i cittadini hanno sempre meno fiducia nella Giustizia italiana, di ogni giurisdizione e ad ogni livello”.
AIGA chiede che l’episodio non passi sotto silenzio, e non si nasconda dietro “sterili giustificazioni della magistratura fiorentina”, che aveva escluso nei giorni scorsi l’esistenza di violazioni a carico del presidente del collegio e del collegio giudicante, ritenendo piuttosto non corretta la condotta dell’avvocato che aveva visionato il fascicolo in mancanza del giudice in aula e con l’autorizzazione del Pubblico ministero.
Dall’accusa di scorrettezza il legale fiorentino si era prontamente difeso ricordando ai magistrati che il potere di disciplina dell’udienza è attributo dall’art. 470 comma 1 c.p.p. al P.M. in assenza del Giudice, e che dunque nessuna violazione aveva commesso visionando il fascicolo in aula su autorizzazione del P.M. anche se in assenza del Collegio.
Sul caso di “sentenza già scritta” AIGA chiede con forza l’intervento del Consiglio Superiore della Magistratura, perché assuma i dovuti provvedimenti anche disciplinari, nei confronti del giudice titolare del processo in questione. “È necessario” - conclude infatti il comunicato AIGA - “tutelare l’immagine e la credibilità dell’intero sistema giustizia, soprattutto agli occhi degli imputati e dei loro difensori, che vedono, ancora una volta, svilita la propria funzione difensiva".
