Penale

Riforma del Processo penale: al via i lavori della Commissione Nordio

Due gli obiettivi: la piena attuazione dei principi del processo accusatorio e il miglioramento dell’efficienza qualitativa della giustizia penale

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Insediata il 7 settembre scorso la Commissione Nordio per la riforma del Processo penale. Presieduta da Antonio Mura, capo dell’ufficio legislativo, la Commissione dovrà lavorare per raggiungere due obiettivi: la piena attuazione dei principi del processo accusatorio, a 35 anni dal Codice Vassalli e il miglioramento dell’efficienza qualitativa della giustizia penale, nell’ambito degli impegni assunti con il PNRR.

Il 7 settembre si è insediata la Commissione Nordio per la riforma del processo penale. Voluta dal Guardasigilli con decreto ministeriale del 5 maggio scorso, la Commissione è composta da autorevoli rappresentanti del mondo accademico, dell’avvocatura, della magistratura e dai delegati dell’Ufficio legislativo del Ministero e del Gabinetto, ed è presieduta dal capo dell’ufficio legislativo, Antonio Mura.

Il Ministro, portando il proprio saluto alla prima seduta di giovedì scorso nella Sala Falcone di Via Arenula, ha sintetizzato i due obiettivi del lavoro che impegnerà la neo insediata Commissione. Si tratta di dare piena attuazione ai principi del processo accusatorio a 35 anni dal Codice Vassalli e al contempo di favorire un’efficienza qualitativa della giustizia penale, nell’ambito degli impegni assunti con il PNRR.

Per Nordio, grande estimatore del Professore Vassalli, è tempo di superare la contraddizione del nostro ordinamento tra il codice penale, firmato da Mussolini e Vittorio Emanuele III e passato indenne nel suo impianto sostanziale agli esami della Corte Costituzionale, e il codice di procedura penale firmato da un padre della Resistenza, 40 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione, che tuttavia sarebbe stato demolito e snaturato dai numerosi interventi della Consulta.

L’intendimento del Prof. Vassalli, spiega Nordio, era quello di realizzare compiutamente il modello accusatorio nel nostro ordinamento. Per fare questo, mancherebbe ad oggi l’attuazione piena della cultura della giurisdizione, da intendere secondo il Guardasigilli, non più come ius dicere, e perciò come prerogativa esclusiva dei giudici, ma come frutto di un processo dialettico e dunque fondata su tre pilastri di pari importanza: giudici, pubblici ministeri e avvocati. Tra gli intenti programmatici del lavoro della nuova commissione sta al primo posto il compito di restituire pari dignità a tutti e tre i protagonisti della giurisdizione.

Altri principi fermissimi, assicura Nordio, saranno l’indipendenza e autonomia della magistratura giudicante e requirente. La struttura del Pubblico Ministero, spiega il Ministro, è ambigua nel nostro ordinamento: il P.M., come nel modello anglosassone è capo della polizia giudiziaria, dall’altra parte però non è una carica elettiva, come invece negli Stati uniti. Queste riforme, che vanno a toccare i nodi della separazione delle carriere e dell’obbligatorietà dell’azione penale, dovranno essere affrontate con modifiche della carta costituzionale. Quello che invece la Commissione appena insediata potrà e dovrà fare, è incidere sui tempi del processo penale. Nel modello anglosassone, ricorda Nordio, vanno a giudizio solo il 5 -10% degli imputati, diversamente infatti il sistema andrebbe al collasso. La Commissione dovrà quindi lavorare all’accelerazione del processo, alla revisione della formazione della prova, allo snellimento delle procedure.

Per il presidente della Commissione Mura, la Commissione, composta da professionisti di elevata preparazione potrebbe essere la sede giusta per mettere da parte le etichette giustizialista/garantista” e arrivare ad una riflessione matura”.

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