IP, IT e Data protection

Antiriciclaggio: ok dal Garante Privacy al database centralizzato

Parere positivo su una norma preordinata all'istituzione di una banca dati informatica centralizzata con finalità di prevenzione (Provvedimento n. 241/2022)

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Parere positivo da parte del Garante privacy (Provvedimento 7 luglio 2022, n. 241 >> testo in calce) su una norma preordinata all'istituzione di una banca dati informatica centralizzata con finalità di prevenzione dell'impiego del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo.

Il database sarà alimentato dagli atti, utili ai fini delle valutazioni del rischio di riciclaggio, inviati dai professionisti, come commercialisti, avvocati, notai, consulenti del lavoro, nell’esercizio della propria attività. 

Per la Relazione tecnica che accompagna lo schema di articolato, il quale novella il decreto legislativo n. 231 del 2007, sottoposto dal Ministero dell’economia e delle finanze al Garante privacy, la banca dati costituirebbe “un patrimonio informativo di rilievo” per le attività di analisi e indagini delle autorità competenti: Mef, UIF, polizia valutaria della Guardia di Finanza, Direzione investigativa antimafia. In ipotesi di operazioni potenzialmente rischiose, il sistema genera, inoltre, un avviso in grado di garantire maggiore uniformità, da parte dei professionisti, nelle modalità di adempimento degli obblighi antiriciclaggio.

Lo schema recepisce le indicazioni fornite dall’Autorità nel corso delle interlocuzioni con il Mef, come la limitazione dell’oggetto del database ai soli dati per i quali già vige, in capo ai soggetti obbligati, una prescrizione di conservazione decennale, ma anche il carattere tassativo dell’elenco dei soggetti legittimati all’accesso.

Per ciò che concerne la generazione dell’avviso, il quale prevede la possibilità di impiegare sistemi automatizzati, il Garante ha richiesto al Ministero di demandare a una norma, almeno di natura regolamentare, la descrizione delle modalità di elaborazione dell’alert, come pure la previsione delle relative garanzie per gli interessati.

L’avviso, infatti, potrebbe sottendere un trattamento di dati personali, potenzialmente anche appartenenti a categorie peculiari, ovvero inerenti condanne penali o reati, a contenuto altamente profilativo.

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