Vittima dello stupro è maggiorenne? No all'aggravante per violenze gravi
Se la vittima della violenza sessuale è maggiorenne non trova applicazione l'aggravante contemplata per le violenze gravi di cui all'art. 609-ter, n. 5-sexies, c.p.
E' quanto ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza del 13 novembre 2019, n. 45938 (testo in calce).
Sommario
La questione
A prima vista, sembrerebbe che la circostanza aggravante per il reato di violenza sessuale, disciplinata dall'art. 609-ter, comma 1, n. 5-sexies, c.p., introdotto dall'art. 1, comma 2, D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 39, legata alla commissione del fatto con violenze gravi, trovi applicazione indifferentemente sia nel caso in cui il fatto sia commesso in danno di persone minori d'età che in danno di maggiorenni.
Infatti, solo l'altra circostanza aggravante contemplata dalla norma in commento, ovvero quella legata alla circostanza che dal fatto sia derivato al minore un pregiudizio grave a causa della reiterazione delle condotte, sembrerebbe essere letteralmente riferita al soggetto passivo minorenne, mentre la prima potrebbe anche essere intesa come riferita al soggetto passivo sia minore che maggiorenne.
La decisione
In realtà, gli ermellini ritengono che entrambe le ipotesi aggravate di cui sopra debbano trovare applicazione solo nel caso in cui la vittima sia minorenne: ciò non solo in quanto la norma contiene un esplicito riferimento al soggetto “minore”, ma anche e soprattutto per il fatto che la direttiva UE 2011/93 contro lo sfruttamento sessuale dei minori, dalla quale ha preso vita il procedimento che ha introdotto nel nostro Paese le aggravanti di cui sopra, è stata adottata contro la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale dei minori.
La legge di delegazione europea del 2013, da cui è scaturito il decreto legislativo n. 39 del 2014, non contiene alcun principio o criterio diverso o ulteriore rispetto all'attuazione pura e semplice della normativa europea la quale, come ricordato, contiene solo disposizioni contro reati commessi in danno di minori e di sostegno alle vittime.
In definitiva, l'interpretazione sistematica della normativa, effettuata in un'ottica costituzionalmente orientata, impone di escludere che la circostanza aggravante riferita ai fatti commessi con violenze gravi, sia applicabile anche ai reati di violenza sessuale commessi in danno di persone maggiorenni, risolvendosi la contraria opzione ermeneutica, nel ricavare dalla disposizione una norma che aggrava il trattamento sanzionatorio e che sarebbe viziata da eccesso di delega.
CASSAZIONE PENALE, SENTENZA N. 45938/2019 >> SCARICA IL TESTO PDF