D.L. PA 2025 in GU: nuove regole per assunzioni e concorsi
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D.L. 14 marzo 2025, n. 25 (GU n.61 del 14-3-2025) che introduce misure essenziali per garantire il corretto funzionamento di specifici settori della pubblica amministrazione. L’obiettivo del provvedimento è potenziare l’efficienza operativa e assicurare un’organizzazione adeguata alle esigenze attuali, attraverso strumenti mirati a rafforzare il sistema di reclutamento e la gestione delle risorse umane. Le nuove disposizioni mirano a colmare criticità organizzative e a migliorare i processi interni, affinché le amministrazioni possano rispondere con maggiore tempestività ed efficacia alle sfide del momento.
Approvato il
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D.L. 14 marzo 2025, n. 25 (GU n.61 del 14-3-2025). La riforma si articola su tre piani principali: reclutamento, organizzazione e funzionalità.
L’ obiettivo è quello di soddisfare le esigenze delle amministrazioni pubbliche e rafforzare il rapporto con utenti, cittadini e imprese. Le tre linee di intervento puntano a rendere più efficiente il sistema di assunzioni, potenziare le competenze tecniche e garantire un maggiore supporto agli enti locali.
Una delle principali novità riguarda i diplomati degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy).
In particolare, i giovani diplomati degli ITS Academy potranno essere assunti come funzionari negli enti locali, nelle regioni e nelle città metropolitane. L’obiettivo è duplice: attrarre giovani talenti nel settore pubblico e dotare le amministrazioni di personale tecnico qualificato. I neoassunti, con contratti a tempo determinato, potranno stabilizzare la propria posizione in presenza dei requisiti per l'accesso al pubblico impiego, ivi incluso quello relativo al possesso del titolo di studio, e della valutazione positiva del servizio prestato.
Una sorta di tenure track per l’immissione in ruolo di personale tecnico, sempre entro i «limiti delle facoltà assunzionali già autorizzate». Per sostenere il percorso formativo, il decreto prevede anche un contributo economico nell’ambito del progetto “PA 110 e lode”, grazie ad accordi tra le amministrazioni coinvolte e il Dipartimento della funzione pubblica. Questa particolare procedura di reclutamento a doppia fase, con rapporto a tempo determinato prima e conversione in rapporto a tempo indeterminato poi, può esser attivate nel limite del 10 per cento.
Un’altra innovazione riguarda le graduatorie dei concorsi pubblici.
Viene chiarita la disciplina sull’utilizzo delle graduatorie esistenti, mentre per le graduatorie del 2024 e 2025 viene sospesa la disposizione che limitava al 20% dei posti a concorso il numero di candidati idonei non vincitori, permettendo un maggiore scorrimento delle graduatorie.
Ad esempio, in un concorso per 100 posti, la "norma taglia idonei" limitava il numero di candidati idonei non vincitori a solo 20 candidati. Questa restrizione, che mirava a contenere il numero di idonei, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla flessibilità nel coprire posizioni vacanti senza dover indire nuovi concorsi.
Con il decreto legge in rassegna il governo ha deciso di sospendere l'applicazione della "norma taglia idonei" per le graduatorie del 2024 e del 2025. Questa decisione è stata presa per gestire efficacemente il turnover e facilitare le assunzioni di nuovo personale. La sospensione consente alle amministrazioni di attingere a un numero maggiore di candidati idonei dalle graduatorie esistenti, accelerando le assunzioni e riducendo la necessità di bandire nuovi concorsi. Oltre ai tempi verranno ridotti anche i costi, poiché evitando l'indizione di nuovi concorsi si risparmieranno anche risorse economiche.
Un altro tassello riguarda la mobilità del personale pubblico.
L’istituto della mobilità nel pubblico impiego è stato sempre considerato con funzione antispreco, posto che consente una più efficiente distribuzione del personale all’interno della pubblica amministrazione unitariamente considerata, evitando esuberi in alcuni settori e l’incremento di spesa derivante dalle nuove assunzioni.
Dunque, l’istituto della mobilità è considerato un mezzo per ottimizzare l'organizzazione della pubblica amministrazione. Tuttavia, nella pratica attuazione ha sempre sofferto un’applicazione marginale e, consapevole di ciò, il legislatore ne ha previsto una limitazione.
Secondo la formulazione del novellato art. 30, comma 2-bis, le amministrazioni destinano alle procedure di mobilità di cui al presente articolo, una percentuale non inferiore al 15 per cento delle facoltà assunzionali. Le posizioni eventualmente non coperte all’esito delle predette procedure sono destinate ai concorsi. Si ristabilisce così il primato del concorso pubblico quale modalità di reclutamento prevalente, ribaltando la tradizionale visione improntata al risparmio di spesa. Tuttavia il decreto-legge introduce una sanzione per il caso di mancata attivazione delle procedure di mobilità entro l'anno di riferimento, ovvero che «le facoltà assunzionali autorizzate per l'anno successivo sono ridotte del 15 per cento, con conseguente adeguamento della dotazione organica, e i comandi in essere presso l'amministrazione cessano allo scadere del termine di sei mesi dall'avvio delle procedure concorsuali e non possono essere riattivati per diciotto mesi, nemmeno per il personale diverso da quello cessato».
Per rendere più veloci ed efficaci le procedure concorsuali, il decreto rafforza le competenze della Commissione RIPAM, centralizzando i concorsi pubblici.
Il decreto attribuisce al Dipartimento della Funzione Pubblica, attraverso la Commissione per l’attuazione del progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni (RIPAM), la competenza esclusiva nell'organizzazione dei concorsi pubblici. Questa misura assegna alla Commissione RIPAM la responsabilità esclusiva nell'organizzazione dei concorsi per dirigenti, figure professionali comuni ed elevate professionalità nelle amministrazioni centrali, come ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. L'obiettivo è standardizzare le procedure concorsuali, garantendo omogeneità nei criteri di valutazione e riducendo i tempi medi di selezione del 30%.
Al fine di rafforzare l’attrattività della pubblica amministrazione la Commissione RIPAM provvederà all'individuazione “assessor”, specialisti in psicologia del lavoro e risorse umane ed esperti in valutazione delle competenze e selezione del personale per lo svolgimento dei concorsi unici, destinando il 10% dei fondi risparmiati dalle cessazioni del personale a queste nuove figure.
Un’altra serie di misure tende a rafforzare il funzionamento della pubblica amministrazione. Il decreto prevede il riutilizzo delle risorse stanziate ma non ancora impiegate per coprire le spese dei Segretari comunali, rafforzando così il sostegno agli enti locali. Inoltre, introduce misure specifiche per il personale operante nei territori ancora segnati dai terremoti del 2009 e del 2016, così come nelle zone dell’Emilia Romagna, delle Marche e della Toscana colpite dalle alluvioni del 2023. Infine, viene avviato un graduale processo di armonizzazione dei trattamenti economici accessori tra le diverse amministrazioni centrali, con l’obiettivo di uniformare le condizioni di lavoro nel settore pubblico e migliorare l’efficienza amministrativa.
L’approvazione del decreto è stata accompagnata da dichiarazioni e comunicati stampa che enfatizzano l’attenzione verso il capitale umano della pubblica amministrazione, sottolineando l’importanza della crescita personale e professionale dei dipendenti come leva per migliorare l’efficienza organizzativa.
Tuttavia, il vero impatto di queste riforme dipenderà dall’effettiva attuazione delle misure previste. Per rendere la pubblica amministrazione realmente più moderna e vicina a cittadini e imprese, sarà fondamentale garantire risorse adeguate, formazione continua e un’efficace digitalizzazione dei processi. Resta da vedere come queste misure si tradurranno concretamente nella gestione quotidiana della macchina amministrativa.